martedì 13 ottobre 2015

Coniglietta malata e in mistica letteraria

Complice la bronchite e la bulimia letteraria che mi ha colpito in questi mesi, sto leggendo un sacco.
Di default vampirizzo almeno un libro al mese, ma quando mi pigliano questi momenti divento una macchina da guerra della lettura e non è insolito trovarmi in mezzo alla strada a leggere pure gli scontrini. O i biglietti del bus. Tipo drogata della parola scritta.

Ho finito da qualche giorno " I Kennedy,  la dinastia che ha segnato un secolo" di Gianni Bisiach, un tomo di 400 pagine e passa.
Non so perché proprio i Kennedy,  non mi hanno mai incuriosita nonostante avessero tutti gli ingredienti per farlo.
Potere. Donne. Mafia. Servizi segreti. Storia politica. Morte.
Eppure niente. Li ho sempre letti a margine di altri personaggi, come Marilyn Monroe o Sinatra o quando leggevo  saggi sulla mafia americana.
Sia come sia, ho comprato l' ebook e ho cominciato.
Le prime 100 pagine ho fatto fatica.
La scrittura di Bisiach mi sembrava lenta. Accademica. Monocorde.
E poi annusavo  una specie di benevolenza verso i Kennedy, cosa che era in contrasto con ciò che provavo io, e mi infastidiva leggermente.
Ma ho continuato  e il libro ha preso vita.
Bisiach mi ha accompagnata, con un linguaggio meno accademico, dentro la famiglia Kennedy,  non quella personale ma quella politica.
Entra ed esce nelle varie vicende che si dipanano  in quegli anni, per niente semplici tra guerra fredda, mafia  e comunismo, facendo capire in modo immediato il clima del tempo e sembra proprio di essere lì, a fare il guardone  storico sperando che la CIA del tempo, non ti becchi.
Le persone di cui parla sono moltissime ma non  fa mai perdere il filo degli eventi,  è molto bravo a guidare il lettore nel labirinto storico dei mille nomi e intrecci tra politica, servizi segreti e mafia, senza avere una crisi isterica portata dal non capire chi uccide chi, chi complotto con chi, passando ovviamente per chi scopa con chi.
La sensazione che Bisiach fosse pro Kennedy è mutata.  Non che non lo sia ( a mio parere), ma è più un pro politico,  e sotto questa luce non si può che dargli ragione.

Bisiach poi, mi ha fatto conoscere oltre lo stereotipo, la figura di Robert Kennedy, Bob, che conoscevo poco.
Ed è stata una rivelazione.
Ne sono stata rapita e affascinata. Travolta direi, tanto che ora andrò in caccia di qualche libro che parli solo di lui.
Cartaceo però. Bob Kennedy merita una lettura fisica.
Merita pagine sfogliate e odore di carta.
Merita il rapporto carnale del libro vero, la perfezione che un ebook non potrà mai dare.

Concludendo:
Consiglio questo libro?
Si. Decisamente. Ma non sotto l'ombrellone o in relax, perché impegna le sinapsi e bisogna seguire bene cosa scrive Bisiach o ci si perde nel marasma di nomi e date e capita che improvvisamente ti accorgi di non capire come sei finito a leggere della disfatta della baia dei porci, quando un secondo prima (giuro su Putin come al solito....prima o poi i miei spergiuri colpiranno...) stavi leggendo che il primogenito del futuro clan, il prescelto per entrare in politica secondo i piani di Kennedy senior, era stato ucciso in guerra.
Insomma, senza attenzione ci si perde.
Ora andrò a farmi un infuso alla menta.
Mi sento tisica come Mimi, quella sfigatissima donna della Bohème.

Io odio l'opera lirica.

Ma parlando di cose serie.
Ho freddissimo.



5 commenti:

  1. Capezzoli soversivi, anarco erezionisti! :)

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  2. Insomma, anche per te una sorta di conversione.
    Mi sembra decisamente meglio di altre.

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  3. Se questa prefazione, corredata di foto, fosse su Amazon, il libro sarebbe il bestseller dell'anno.

    Bisiach è avvincente nei suoi racconti, dopo essere entrati in sintonia con la sua metrica.
    Anche quando faceva Radio Anch'io, poteva sembrare indisponente, ma sempre interessante.

    Mi piace come porti i maglioni, anche se poi ti raffreddi.

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  4. sotto l'ombrello quei capezzoli farebbero la loro paciosa figura

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